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10 cose che forse non sapete sul vino

10 cose che non forse sapete sul vino

Il vino è una bevanda amata e apprezzata in tutto il mondo, è proprio per la sua ampia diffusione e in virtù della sua antica storia che le curiosità inerenti ad essa non finiscono mai.

Per questo, nonostante abbiamo già sfatato alcuni miti e ripercorso aneddoti e curiosità sulle sue origini, abbiamo pensato di andare alla ricerca di alcune informazioni sul mondo del vino che probabilmente vi mancano ancora.

10 cose che forse non sapete sul vino

 

  1. Dove nasce la parola vino?
    Prima di addentrarci nei meandri del mito e della storia, è bene approfondire l’etimologia della parola vino: l’origine del termine vino è molto dibattuta e pare che derivi dal sanscrito vina o vena che significa ‘amare’ e riconduce al tema del piacere; secondo Cicerone invece, la parola vino deriverebbe dall’unione di altre due parole, latine: Vir e Vis che rispettivamente significano uomo e forza, quindi il vino sarebbe la forza dell’uomo. Un’ultima interpretazione sull’origine della parola “vino” è legata sempre al latino, e più precisamente alla parola Vinum o Venus che, a sua volta, farebbe riferimento ad un termine di origine mediterranea, come anche il gr. οἶνος.
  2. Che cos’è il vino?
    Secondo la normativa dell’Unione Europea (reg.1493/99 del 17 maggio 1999) il vino è definito come: il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di mosti ricavati da uve fresche o leggermente appassite, con o senza la presenza delle vinacce. Da un punto di vista prettamente chimico, il vino non è altro che una sostanza liquida costituita per la maggior parte di alcool etilico (o etanolo) e acqua, che può avere diverse colorazioni in base al tipo di processo di vinificazione eseguito.
  3. Il vino si fa solo con l’uva
    Qualsiasi frutto o verdura che contiene zucchero può trasformarsi in una bevanda alcolica, eppure, fino a prova contraria, il vino si ottiene esclusivamente attraverso la fermentazione dell’uva. Ciò dipende dal fatto che l’uva è il frutto ideale per il vino, perché contiene le giuste proporzioni di zucchero, acqua, acidi e tannini, necessarie alla fermentazione.
  4. Da dove si ricava l’uva?
    L’uva è il frutto della vite. La vite comune o vite euroasiatica (Vitis vinefera) è una pianta rampicante molto resistente, più precisamente un arbusto, appartenente alla famiglia delle Vitaceae, oramai diffusa in tutto il mondo ad eccezione dei poli nord e sud e nei climi a ridosso, particolarmente freddi e privi delle condizioni adatte alla sua crescita.
  5. La scoperta del vino è frutto del caso
    Le origini del vino si perdono tra mito, leggenda e religione: una delle versioni più accreditate dagli scienziati ritiene che i primi bevitori di vino della storia risalgano al neolitico, e la scoperta del vino sarebbe stata casuale, in seguito alla fermentazione naturale e accidentale di uva dimenticata in un recipiente.
  6. Dove è stato prodotto il primo vino?
    I più antichi ritrovamenti risalgono a circa settemila anni fa, si tratta di una giara rinvenuta recentemente nel villaggio neolitico di Hajji Firuz Tepe, nella parte settentrionale dell’Iran, ma gli specialisti sono più propensi a pensare che il vino sia stato prodotto per la prima volta tra 9 e 10000 anni fa nella zona del Caucaso.
  7. La vite più antica si trova in Italia
    Nello specifico a Prissiano, piccola frazione di Tesimo, comune dell’Alto Adige incastonato tra Bolzano e Merano: questa vite, assolutamente autoctona è probabilmente la più vecchia della Terra e la più grande d’Europa, ha quasi 600 anni e si estende lungo il suo pergolato, su una superficie di circa 350 metri quadrati. Si tratta della varietà Versoaln, il nome fa riferimento con molta probabilità al metodo di raccolta dell’uva e fu documentata per la prima volta nel 1244 da Henricus de Cazenzunge.
  8. Il più grande nemico della vite viene dall’America
    Ebbene sì, il più grande nemico del vino è stato importato: la Fillossera della vite, un afide (grande famiglia d’insetti patogeni delle piante) di origine Nordamericana, esportato per sbaglio in Europa a metà Ottocento. La sua introduzione fu devastante e in pochi anni portò alla quasi estinzione della viticoltura nel vecchio continente: mentre le viti americane resistevano ai suoi attacchi, infatti, si dimostrò letale per quelle europee. Dopo aver tentato molte strade infruttuose, la crisi si risolse solo dopo alcuni anni con l’innesto di vite europea su vite americana.
  9. Come mai usiamo bottiglie da 75 cl?
    In merito a questa convenzione esistono diverse teorie.
    Secondo una delle più accreditate tutto dipenderebbe dalla forza polmonare degli antichi vetrai che soffiavano il vetro: nel 700’, infatti, quando si cominciò a capire l’importanza di conservare il vino nel vetro, i soffiatori non riuscivano a soffiare bottiglie più grandi di 65-75 cl così, si optò per le bottiglie da 75 cl.
    Secondo un’altra teoria, invece, ciò dipenderebbe da un motivo di comodo. Nelle osterie si utilizzavano bottiglie di questa grandezza per un motivo preciso: gli osti in questo modo riuscivano a calcolare più facilmente la quantità di vino da servire agli avventori, dividendo il contenuto della bottiglia esattamente in 6 bicchieri da 125 ml. Un’altra versione piuttosto diffusa, infine, ritiene che quest’unità di misura sarebbe derivata dagli inglesi. Gli inglesi misuravano il volume del vino in galloni imperiali, ogni cassa di vino poteva contenere solo 2 galloni: per questo venivano inserite 12 bottiglie per ogni cassa, ovvero, 0,75 per ogni bottiglia!
  10. L’origine della parola Sommelier
    Il termine Sommelier deriva dalla parola franceseSoumalier”: scomponendo la parola troviamo souma (bestie da soma) e lier (legare), traducibile letteralmente con “conducente di bestie da soma“. L’origine della parola si può ricondurre, quindi, all’abitudine dei soldati napoleonici di legare (lier) le botti su una bestia da soma (somme). Nel tempo, con il termine sommelier, si è passati dall’indicare la figura che si occupava di questo trasporto a quella che seguiva il vino diventandone anche assaggiatore, fino ad indicare il fine esperto di vini che conosciamo oggi.

 

 

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